mercoledì 13 gennaio 2016

terzo libro 4





Biagio Cepollaro
dal Terzo libro del poema de Le qualità
work in progress
2016

il corpo al centro dell’inverno vede ancora più buie
le strade che portano fuori dalla città verso un’ecologia
di confine tra periferie sfigurate e il grigio negli occhi
molte vite si sbranano qui senza neanche un racconto
basta la rabbia e la tristezza basta per ogni giorno
l’abitudine e per ognuno la morte è la fine del mondo


martedì 27 ottobre 2015

Biagio Cepollaro,Una certa idea di verde, 2015





Biagio Cepollaro, Una certa idea e pratica di verde, 2015.

Si tratta di una mostra che comprende 19 opere che si
inaugura il 21 novembre 2015  a Napoli,
presso lo spazio di Ilia Tufano, Movimento Aperto in via Duomo. La cura è di
Eugenio Lucrezi , estensore di un testo critico.Il titolo dice come è nato
questo ciclo di opere: dalla casuale mescolanza tra il pigmento bruno scuro di
Kassel con il giallo primario ad olio. Tutto il resto che ne è seguito lo vedo
come un leggero e gioioso corollario di questo felice, quanto imprevisto,
incontro tra due materie.

Una certa idea e pratica del verde
di Eugenio Lucrezi
Biagio Cepollaro è poeta da sempre, artista visivo da meno
di un decennio. Le due attività si iscrivono tuttavia in un solo percorso, che
è quello del lavoro iconopoietico delle origini, certificato da Aristotele
nella Poetica e praticato dai folti eserciti dei pittori e dei poeti, schierati
nel volgere dei secoli, gli uni al fianco degli altri, sotto le insegne della
mimesi e della produzione di figure. Finito quel tempo, che ha visto la pittura
e la letteratura, nonché la musica, variamente sbizzarrirsi nel riprodurre gli
speculari paesaggi della natura e dell’interiorità, è arrivata la modernità,
segnata dall’arretramento del soggetto e dalla destituzione dell’Io psichico;
la cui possanza è stata rapidamente sopravanzata e annichilita dall’onda
irrefrenabile della vociferazione globale, estatico trionfo e insieme messa
funebre dell’anomalia umana. A fronte di tale frastuono, sta e tace il Vuoto
centrale della Cosa impossibile e reale (Lacan), attorno al quale organizza gli
attrezzi l’artista contemporaneo, depositario del lascito delle Poetiche dello
Stile che fu: eredità di senso indefinito e indecidibile, che per rarefazione
dei contesti e in disseminazione sporadica si fa spazio – regno – del significante.
Che più non è luogo di emanazione dei significati a venire, ma segno opaco e
splendente che nella fuga dei tempi si è lasciato alle spalle quelli trascorsi.
Che fa dunque un poeta che si vuole pittore nell’era della
fine della raffigurazione e del tramonto dello Stile? Cepollaro non si
dimentica della Storia, ne abita le macerie e riparte, appunto, dalla
catastrofe del senso. Nella sua pratica scrittoria ha sperimentato − nelle
redazioni delle più importanti riviste dell’avanguardia, da Altri termini
a  Baldus; nel lavoro teorico svolto con
i sodali del Gruppo 93 − gli ambiti di praticabilità del discorso letterario.







Oggi, tra partita persa dell’umano e partito preso delle
cose (Ponge), posiziona il suo fare pittorico in prossimità della Cosa muta ed
opaca, significante che può di nuovo parlare, emanare senso, proprio per forza
di levare, in virtù d’esautoramento della possanza dell’artefice. Una certa
idea e pratica del verde è il racconto di questa esperienza, nella quale il
pensare e l’agire artistico si trovano a coincidere: nell’avvicinamento
accurato ai materiali da conoscere; nell’energia dell’interazione che mira a
trasformarli. Ne sortiscono scritture che non tengono a mente il significato, e
campi di colore che mutamente brillano. Le opere in mostra sono su tela,
talvolta con pannelli telati applicati, talvolta con carta o con garza
incollata. I materiali utilizzati sono il cemento, quasi sempre con pasta
colla, talvolta l’acrilico, più spesso tempere al tuorlo d’uovo approntate
dall’artista con pigmenti, secondo le antiche ricette del Cennini. Il colore a
olio è impiegato in misura più modesta. Le superfici vengono incise, graffiate
e iscritte con spatole dentate, taglierini e altri attrezzi. Il verde del
titolo risulta dalla combinazione della tempera costruita con i pigmenti del
bruno scuro di Kassel con il giallo primario ad olio: la mescola dà quel verde
brillante in alcuni tratti. Intorno a questo processo che origina il verde gira
il maggior numero dei lavori: la cura della Cosa impossibile può toglierle
mutezza; il segno opaco può farsi splendente.

giovedì 8 maggio 2014

giovedì 19 dicembre 2013

Biagio Cepollaro

Le tre vie in 8 tele
Voyelles et Visions

via San Massimo 9, Torino    9 gennaio 2014   







domenica 8 settembre 2013

Catalogo 1 aprileMostraMentreilpianetaruota




 Biagio CepollaroMentre il pianeta ruotaMostra di pitturaA cura di Fausto Paglianocon una nota di Italo TestaLaboratorio 1 aprile via Nicola d'Apulia 12 Milano2 ottobre 2013mercoledì ore 18.30



La mostra di Biagio Cepollaro, dal titolo Mentre il pianeta ruota , s'inserisce all'interno della rassegna dedicata a Giuliano Mesa Tu se sai dire dillo, quest'anno alla sua seconda edizione e promossa oltre che dalla Galleria Ostrakon, dal Laboratorio 1 aprile e dalla Libreria popolare di via Tadino. 

La selezione di opere realizzate tra il 2011 e il 2013 è opera di Fausto Pagliano che guida il Laboratorio di pittura 1 aprile. Il titolo della mostra è tratto da una poesia di Cepollaro che costituisce il nuovo work in progress:

il corpo dorme per rigenerare in sé e da sé
gli umori parlanti: saranno liquide le frasi
di giubilo liquidi i richiami e le invocazioni
il corpo fa del sonno una pausa intensamente
viva all'interno della vita mentre il pianeta ruota


Italo Testa da Al gioco delle cose:
Queste opere sono esse stesse la figurazione di una scrittura riassorbita nel mondo, del ritornare delle parole al loro contesto. Del loro essere riesperite a partire non da un fatto di lingua, ma dalla loro stessa azione fisica e materica. Del loro iscriversi nella nudità dell'esistere, nel contesto della vita propria -- la vita che ci rappresentiamo -- e insieme di una vita più ampia, anonima, di un universo a-verbale che scorre continuamente sotto di noi. 
Così la pittura di Cepollaro è la messa in opera di questo attraversamento dei segni per andare oltre i segni, di una pratica artistica non auto conclusa, ma fondamentalmente eteronoma, che cerca la sua legge in quel continuum della vita che qui e ora può sempre esser riafferrata nella sua novità. 
Non sono parole, dunque, ma ancora con parole innestate in una vita più vasta. Non arte per se stessa, ma ancora opera artistica, perché 
[...] ancora 
si scrive e si pensa 
ancora si fa arte 
ma da un'altra parte (Lavoro da fare) 
E perché in fondo 
[...] senso vivo all'arte 
l'avrebbe dato il resto (Versi nuovi) 
Di questa pratica l'opera pittorica di Cepollaro è una messa in opera, la figurazione di una idea poeticche continua oltre le parole e i segni, senza per ciò stesso annullarli, inchiodarli al silenzio, ma piuttosto inquadrandoli da un punto di vista in cui essi diventano tracce di un nostro stare materialmente esposti al mondo, "tracce scure o lucenti di un fuoco", perché i segni e le parole possano stare finalmente "al gioco delle cose".

venerdì 1 febbraio 2013


Frames e Poiesis

Rassegna di videopoesia a cura di 
Biagio Cepollaro e Emanuele Magri

Galleria 10.2! via Volvinio 30, Milano.
Dal 12 al 28 febbraio 2013. 
Inaugurazione il 12 febbraio dalle ore 18.00 alle 21.00



La “videopoesia” appare nella ricerca artistica nell’ambito della neonata, fertile, sperimentale videoarte, e quasi subito si manifesta una linea di ricerca che percorre le relazioni, associazioni, fusioni tra il nuovo linguaggio video e il linguaggio poetico, anch’esso attraversato e scardinato da sperimentazioni e rovesciamenti.
Da allora, la videopoesia, così come la videoarte, si moltiplica in opere, generi, ricerche, forme linguistiche, mezzi tecnici, pratiche creative ecc. Sotto il termine-ombrello si trova caoticamente e fecondamene di tutto: documentari di reading poetici, animazioni video, computer grafica, ecc.
La ricognizione idealmente inizia con due opere “storiche”, assunte quasi simbolicamente come collegamento al passato, dal futurismo in poi, e come premesse dell’oggi:  “the enemy” di Caterina Davinio del 1997 e ”il punto sulla situazione poetica” di Paolo Albani. Seguono 14 opere scelte, tenendo conto anche di caratteristiche di durata e fruizione in una mostra, tra quelle ritenute più significative in due sensi. Innanzitutto, come opere in sé, nel proprio interesse specifico frutto di interrelazione stimolante (per contrasto, equilibrio, scarto etc) tra il linguaggio della poesia (parola, ritmo…) e quello del video (immagine, montaggio, elaborazioni elettroniche….). Ma anche come esempi notevoli di una ricchezza di linguaggio praticata e possibile, delle differenze di oggetto (dall’interiorità alla denuncia sociale), di utilizzo della tecnologia (dalla più sofisticata alla più semplice), di elaborazioni creative (dalla poesia al video o viceversa), di responsabilità autoriale (collaborazione tra poeta e videomaker  ).
Ecco allora il melting pixel di Elena Chiesa, la video cell di Giacomo Verde, le riprese col net book di Biagio Cepollaro, l’animazione in Flash di Paolo Gentiluomo, la mistura di blog, youtube, face book ecc. di Francesco Forlani, la citazione cinematografica di Matilde Tortora, le tecniche di basso livello di Bortolotti, il piano sequenza di Dedenaro, la dissolvenza di Dome Bulfaro,le citazioni scientifiche di Giusi Drago, le sovrapposizioni di Marco Giovenale, il crudo realismo di Alberto

La relazione stretta tra il testo poetico e il video (l’eguale rilevanza che i due specifici rivestano per l’opera di poesiavideo) può anche essere considerata una sorta di isotopia. Occorre poter riscontrare lo stesso elemento strutturale e formale con eguale valore semantico in entrambi gli ambiti per poter definire come opera di poesiavideo un determinato lavoro.

giovedì 6 gennaio 2011

Biagio Cepollaro, mostra La materia delle parole,Galleria Ostrakon, Milano, 2011


Biagio Cepollaro, inaugurazione della mostra La materia delle parole, 20 gennaio- 5 febbraio 2011,Galleria Ostrakon, via Pastrengo 15, Milano.
Catalogo introdotto da Elisabetta Longari.

Dal Catalogo:
Elisabetta Longari
La ritmica di Biagio Cepollaro

Se la poesia è principalmente questione di ritmo, anche per lo sguardo, come tra i primi ha indicato Mallarmé, allora questa pittura di Cepollaro non è che la forma che la sua poesia ha assunto attualmente.
Sulle superfici galleggiano isole di testo come fogli o timbri, mentre “viaggiano” parole ridotte a tracce di energia di un corpo che respira sente scrive; ma sono soprattutto le pause che ne scandiscono il senso come il montaggio in un film.
La poesia, la scrittura e le parole, allontanatesi dal problema del significato, portano nel corpo di ciò che costituzionalmente sono (e che la semiotica ci ha insegnato a designare come significante) una meteorologia irta di aperture e collassi.
I colori svolgono comunque una parte considerevole, sprigionando effetti stranianti: anche se vicini ai primari, sono colori “scomodi”, non pacificati, a volte perfino sulla soglia dello stridore. Figli di un evidente tramestio cui Cepollaro sottopone i materiali più vari.
Rosso, nero e giallo-oro evocano sigilli e ceralacche, mentre i formati a volte richiamano il rotolo orientale, senza però mai portare un senso di precarietà e leggerezza; anzi i lavori presentano una durezza un po’ ostica, un effetto pietrificato, come tavole scritte in un enigmatico linguaggio di cui si è perdutala memoria. Niente stele di Rosetta, solamente si susseguono strati su strati, e le parole indistinte formano un brusio sommesso. Suoni. Voci. Timbri. Toni. Non è questa poesia?
I titoli, brevi, hanno per lo più a che vedere con la scrittura e con la letteratura (si veda il recente ciclo La cognizione del dolore, ispirato a Gadda); altrimenti spesso coincidono, o semplicemente incominciano, con un verbo all’infinito (ad esempio Incombere, Squadernare, Redimere il nero). I titoli dei dipinti di Cepollaro contengono quindi a volte l’idea di un’azione che ne sottolinea il valore fenomenologico; però invece sempre portano un’ombra, un rischio.
'Le opere d’arte sono sempre il frutto dell’essere stati in pericolo', scriveva Rilke, che se non erro era un poeta…

Biagio Cepollaro
Avendo scritto poesie per trent’anni ho considerato le parole soprattutto come delle sonde per l’esplorazione del senso. Il suono, l’immagine che nella mente scorre, la disposizione grafica sulla pagina: il gioco della poesia si svolge nel continuo rimando tra immagine, suono e senso. Ma cosa accade quando è proprio la materia della parola a presentarsi in primo piano, nell’oblio del significato, nella sparizione del suono? La parola che s’incarna nella materia è diventata già una traccia di un pensiero: i suoi contorni non appartengono più all’invisibilità delle idee ma al sensibile delle materie. La parola diventa cosa tra cose, un pezzo di muro e di mondo, una superficie rugosa iscritta. Queste tracce concrete del pensiero sono come voci semisepolte nelle cose. Sono le parole guardate da fuori, senza la complicità del senso. Così ho costruito i miei fondi con le tempere all’uovo: fabbricarsi i colori è come inventare una propria grammatica. E poi, con questo bagaglio di memoria, ho provato ad incontrare le materie della città ho provato a piegarle a questo mio disegno: il cemento sulla tela, come l’intonaco minerale, come il catrame o il gesso. Il mordente per legno l’ho utilizzato come inchiostro. Sopra e dentro queste superfici graffiate ho fatto serpeggiare e restare i frammenti di versi che in quello stesso momento stavano venendo alla luce, nel dialogo col fondo e con la sua resistenza.

giovedì 21 gennaio 2010

Video Catalogo della mostra di Biagio Cepollaro Da strato a strato, Oratorio della Passione, Basilica di S.Ambrogio, Milano, 2010



Video Catalogo della mostra Da strato a strato di Biagio CepollaroAntiquum Oratorium Passionis
Basilica di S.Ambrogio Milano
28-31 gennaio 2010
Immagini
di Biagio Cepollaro
Versi tratti da Da strato a strato,
La Camera verde, Roma, 2009
Introduzione di Giovanni Anceschi
Musica: Strato-3 di Giuseppe Cepollaro
Info: soundconcept@hotmail.it
Info: biagiocepollaro@tin.it
www.cepollaro.it
http://cepollaroarte.wordpress.com/
videoproduzione www.cepollaro.it

giovedì 14 gennaio 2010

Inaugurazione Da strato a strato-Comunicato stampa



COMUNICATO STAMPA- INAUGURAZIONE A S. AMBROGIO 28 gennaio 2010 ore 18.30Biagio Cepollaro, Da strato a strato: dal libro alla mostra.

Antiquum Oratorium Passionis- Basilica di S.Ambrogio- Milano
28-31 gennaio 2010



Da strato a strato è il titolo di un libro e di una mostra.
Raccoglie 21 immagini di quadri e 21 stanze di un poemetto. Testi e immagini nate contemporaneamente, parole che si sono coagulate sulla pagina e parole che hanno dialogato con i materiali della pittura, diventando segni tra segni.
Le parole della poesia sono leggibili, stampate in un libro: possono essere lette ad alta voce chiamando chi ascolta al significato, le parole che sono diventate segni possono in un certo senso essere viste per quelle che sono: tracce su legno o su tela di movimenti della mano e della sua intensità nell’insieme di altri gesti e di altre tracce.
‘Ho voluto scrivere sul cemento, sul gesso, sul pigmento, sul catrame. Non solo sulla carta. Le parole, diventate illeggibili ma non irriconoscibili, ai miei occhi hanno conquistato un senso che non avevano: si sono incarnate, sono diventate, con i colori e con le materie, elementi della composizione complessiva: le parole, insomma, sono nel quadro, sono il quadro. E’ stato come uscire dall’astrazione e dal mentale del linguaggio. E’ stato come esplorare la lingua delle cose, la lingua muta ma espressiva di quell’immenso mondo extra-verbale che una volta era la Natura e che oggi è la Città, dove non tanto la tecnica regna, ma il caso, spesso, violento e talvolta sorprendentemente bello. Ecco perché il catrame, il cemento e il gesso, e, insieme, l’acrilico, il pigmento e l’antica tecnica della tempera all’uovo. Per provare con mezzi elementari ad indicare la complessità che non si lascia dire.’

'Sono piuttosto soddisfatto di essere un grafico (cioè un designer - fra l'altro - della scrittura), perché i miei attrezzi conoscitivi mi sembrano abbastanza calzanti rispetto al lavoro di Biagio Cepollaro. Avere un piede nel verbale e uno nel figurale, e essere abituato a pensare che la scrittura ha un apparenza e una fenomenalità, va proprio bene per i quadri di Biagio.
Rispetto alla origine verbale, e poi scrittoria, però è come se Biagio quasi una volta per tutte, oltre che all'avviarsi di ognuna delle sue opere, facesse quanto dice Stefano Agosti a proposito di Klee e della pratica usata da tutti i pittori: il gesto, cioé, di strizzare gli occhi: “Socchiudendo gli occhi il pittore libera forme, masse, volume e colore dai loro vincoli con gli oggetti”, (e per Cepollaro gli oggetti sono "cose scritte"). Strizzando gli occhi il pittore nega, cioé, cancella, oblitera la semantica proprio per mettersi in grado di fare esplodere i valori estesici.' (Giovanni Anceschi, La scrittura rinnegata)

'It’s hard to imagine a time when only landscapes and portraiture were the order of the day. We are surrounded by so many kinds of art today, that considering any restraints is nearly impossible. Here we are in the 21st century, where using words, letters, marks and gestures is quite common. Writing has become such an integral part of many an artist’s oeuvre. One such artist is Biagio Cepollaro. In some of his work, there’s the enigma of seeing legible words without being able to understand them, which makes us wonder what he’s saying; what ideas are being proffered. In other works, it’s only the gesture of writing that he captures and he uses that as construction, with no intention of conveying a meaning. But whether readable or not his compositions are all about writing and marks. Instead of looking at a still life or landscape, here we are appreciating something totally human; a man’s thoughts and gestures.' (Dean Aldrich , Words and Mark Making )

Biagio Cepollaro (Napoli, 1959) che ha prodotto in un trentennio di attività poetica libri come la Trilogia 1985-1997 (Scribeide, Luna persciente, Fabrica) e i più recenti Versi Nuovi (2004) e Lavoro da fare (2006), in questa fase della sua vita si è dedicato intensamente all’attività pittorica, portando in tale ambito tutta l’esperienza compositiva e la sensibilità per i segni della poesia.
Due libri, editi da La Camera verde di Roma, illustrano il suo lavoro artistico: Nel fuoco della scrittura (2008), titolo omonimo delle mostre a Roma (La Camera verde,2008), Napoli (Il filo di Partenope,2009), Piacenza (Laboratorio delle Arti,2009) e Milano (Archi Gallery,2009) e Da strato a strato (2009).
La rivista il Verri (n.41, 2009)gli ha dedicato la copertina.
Sono intervenuti criticamente sul suo lavoro pittorico: Giovanni Anceschi, Introduzione a Da strato a strato, La Camera verde, Roma, 2009), Ottavio Rossani, Corriere della sera.it ; Paola de Ciuceis, Il mattino di Napoli, 15 gennaio, 2009; Rosanna Guida, Italo Testa, Davide Racca.

Info: www.cepollaro.it
biagiocepollaro@tin.it

sabato 19 dicembre 2009

Catalogo della mostra 'Da strato a strato', Basilica di S.Ambrogio, Milano,2010

Catalogo Mostra S.Ambrogio, Milano, 2009

Biagio Cepollaro, Catalogo della mostra Da strato a strato,Basilica di S.Ambrogio, Milano, 2010

Inaugurazione e presentazione del libro edito da La Camera Verde, Roma, 2010
Presentazione di Giovanni Anceschi
28 gennaio 2010 ore 18.00

Antiquum Oratorium Passionis
Basilica di S.Ambrogio Milano

Si potrà visitare la mostra fino al 31 gennaio dalle 15.00 alle 19.00

Info: biagiocepollaro@tin.it

venerdì 20 novembre 2009

Video Nel fuoco della scrittura a Milano, 2009




Biagio Cepollaro, Nel fuoco della scrittura a Milano,2009
ARCHI GALLERY
1-4 Dicembre 2009
Inaugurazione il 1Dicembre, ore 18.30
Nel fuoco della scrittura è una mostra nata a Roma, presso La Camera verde, nel 2008, dando vita anche all’omonimo libro che raccoglie testi poetici e immagini del poeta-artista visivo. La mostra da Roma si è trasferita a Napoli (Il filo di Partenope,2009) e poi a Piacenza (Laboratorio delle Arti,2009) arricchendosi e cambiando, fino all’attuale fisionomia che prevede opere dipinte su legno, su carta e ‘ibridi’ digitali: stampe su tela, lavorate poi a mano. Queste opere appaiono nella mostra di Milano accanto a molte altre che non sono qui documentate.
Il nucleo generativo della mostra è rimasto immutato: la scrittura e il suo rapporto con i supporti e con i materiali della pittura.

Immagini: Biagio Cepollaro
Musica: Giuseppe Cepollaro, Strato-2
Info: biagiocepollaro@tin.it
www.cepollaro.it

giovedì 29 ottobre 2009

Biagio Cepollaro, Progetto di allestimento per l’Oratorio della Passione, 2010



Biagio Cepollaro, Da strato a strato
Progetto di allestimento per l’Oratorio della Passione
Basilica di S.Ambrogio, Milano


Milano, 28-31 gennaio 2010

Mostra e presentazione del libro
La Camera verde Ed., Roma,2009

Sax:Giuseppe Cepollaro
Improvviso su Luna persciente di Biagio Cepollaro, Mancosu Ed., Roma, 1993

Info:soundconcept@hotmail.it
biagiocepollaro@tin.it

videoproduzione www.cepollaro.it
2009

martedì 13 ottobre 2009

Biagio Cepollaro, Progetto per Predella (Seconda parte) 2009



Biagio Cepollaro, Progetto per Predella (Parte Seconda) 2009.
Dieci dipinti su tavola, diverso formato, tecnica mista.
Versi tratti da: Biagio Cepollaro, Nel fuoco della scrittura, La Camera verde, Roma,2008.
Voce recitante di Biagio Cepollaro da Lavoro da fare, 2006 www.cepollaro.it/LavFarTe.pdf
Testo critico di Davide Racca da Palinsesti: dietro l’opera pittorica di Biagio Cepollaro
Videoproduzione: www.cepollaro.it
Info: biagiocepolaro@tin.it