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Catalogo 1 aprileMostraMentreilpianetaruota
Biagio CepollaroMentre il pianeta ruotaMostra di pitturaA cura di Fausto Paglianocon una nota di Italo TestaLaboratorio 1 aprile via Nicola d'Apulia 12 Milano2 ottobre 2013mercoledì ore 18.30
La mostra di Biagio Cepollaro, dal titolo Mentre il pianeta ruota , s'inserisce all'interno della rassegna dedicata a Giuliano Mesa Tu se sai dire dillo, quest'anno alla sua seconda edizione e promossa oltre che dalla Galleria Ostrakon, dal Laboratorio 1 aprile e dalla Libreria popolare di via Tadino.
La selezione di opere realizzate tra il 2011 e il 2013 è opera di Fausto Pagliano che guida il Laboratorio di pittura 1 aprile. Il titolo della mostra è tratto da una poesia di Cepollaro che costituisce il nuovo work in progress:
il corpo dorme per rigenerare in sé e da sé
gli umori parlanti: saranno liquide le frasi
di giubilo liquidi i richiami e le invocazioni
il corpo fa del sonno una pausa intensamente
viva all'interno della vita mentre il pianeta ruota
Italo Testa da Al gioco delle cose:
Queste opere sono esse stesse la figurazione di una scrittura riassorbita nel mondo, del ritornare delle parole al loro contesto. Del loro essere riesperite a partire non da un fatto di lingua, ma dalla loro stessa azione fisica e materica. Del loro iscriversi nella nudità dell'esistere, nel contesto della vita propria -- la vita che ci rappresentiamo -- e insieme di una vita più ampia, anonima, di un universo a-verbale che scorre continuamente sotto di noi.
Così la pittura di Cepollaro è la messa in opera di questo attraversamento dei segni per andare oltre i segni, di una pratica artistica non auto conclusa, ma fondamentalmente eteronoma, che cerca la sua legge in quel continuum della vita che qui e ora può sempre esser riafferrata nella sua novità.
Non sono parole, dunque, ma ancora con parole innestate in una vita più vasta. Non arte per se stessa, ma ancora opera artistica, perché
[...] ancora
si scrive e si pensa
ancora si fa arte
ma da un'altra parte (Lavoro da fare)
E perché in fondo
[...] senso vivo all'arte
l'avrebbe dato il resto (Versi nuovi)
Di questa pratica l'opera pittorica di Cepollaro è una messa in opera, la figurazione di una idea poeticche continua oltre le parole e i segni, senza per ciò stesso annullarli, inchiodarli al silenzio, ma piuttosto inquadrandoli da un punto di vista in cui essi diventano tracce di un nostro stare materialmente esposti al mondo, "tracce scure o lucenti di un fuoco", perché i segni e le parole possano stare finalmente "al gioco delle cose".
venerdì 1 febbraio 2013
Frames e Poiesis
Rassegna di videopoesia a cura di
Biagio Cepollaro e Emanuele Magri
Galleria 10.2! via Volvinio 30, Milano.
Dal 12 al 28 febbraio 2013.
Inaugurazione il 12 febbraio dalle ore 18.00 alle 21.00
La “videopoesia” appare nella
ricerca artistica nell’ambito della neonata, fertile, sperimentale videoarte, e
quasi subito si manifesta una linea di ricerca che percorre le relazioni,
associazioni, fusioni tra il nuovo linguaggio video e il linguaggio poetico,
anch’esso attraversato e scardinato da sperimentazioni e rovesciamenti.
Da allora, la videopoesia, così
come la videoarte, si moltiplica in opere, generi, ricerche, forme
linguistiche, mezzi tecnici, pratiche creative ecc. Sotto il termine-ombrello
si trova caoticamente e fecondamene di tutto: documentari di reading poetici,
animazioni video, computer grafica, ecc.
La ricognizione idealmente
inizia con due opere “storiche”, assunte quasi simbolicamente come collegamento
al passato, dal futurismo in poi, e come premesse dell’oggi: “the enemy” di Caterina Davinio del 1997 e
”il punto sulla situazione poetica” di Paolo Albani. Seguono 14 opere scelte,
tenendo conto anche di caratteristiche di durata e fruizione in una mostra, tra
quelle ritenute più significative in due sensi. Innanzitutto, come opere in sé,
nel proprio interesse specifico frutto di interrelazione stimolante (per
contrasto, equilibrio, scarto etc) tra il linguaggio della poesia (parola,
ritmo…) e quello del video (immagine, montaggio, elaborazioni elettroniche….).
Ma anche come esempi notevoli di una ricchezza di linguaggio praticata e
possibile, delle differenze di oggetto (dall’interiorità alla denuncia
sociale), di utilizzo della tecnologia (dalla più sofisticata alla più semplice),
di elaborazioni creative (dalla poesia al video o viceversa), di responsabilità
autoriale (collaborazione tra poeta e videomaker ).
Ecco allora il melting pixel di
Elena Chiesa, la video cell di Giacomo Verde, le riprese col net book di Biagio
Cepollaro, l’animazione in Flash di Paolo Gentiluomo, la mistura di blog, youtube, face book ecc. di Francesco
Forlani, la citazione cinematografica di Matilde Tortora, le tecniche di basso
livello di Bortolotti, il piano sequenza di Dedenaro, la dissolvenza di Dome
Bulfaro,le citazioni scientifiche di Giusi Drago, le sovrapposizioni di Marco
Giovenale, il crudo realismo di Alberto
La relazione stretta tra il testo
poetico e il video (l’eguale rilevanza che i due specifici rivestano per
l’opera di poesiavideo) può anche
essere considerata una sorta di isotopia. Occorre poter riscontrare lo stesso
elemento strutturale e formale con eguale valore semantico in entrambi gli
ambiti per poter definire come opera di poesiavideo un determinato lavoro.
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